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Massimo Angelini

Ecologia della parola

“Sono persona perché un altro mi guarda e, guardandomi, mi vede; senza l’altro, viene meno il mio essere persona e resto individuo. La persona è in quanto è in relazione con l’altro, sta di fronte all’altro, è costituita dall’altro e, nella relazione mediata dalla sguardo, a sua volta costituisce l’altro come persona.”
Massimo Angelini


Massimo Angelini nel suo libro “Ecologia della parola” ci conduce attraverso i sentieri etimologici alla ricerca dei significati originari e perduti delle parole.
Nell’incontro con l’altro spesso usiamo parole con un significato ormai vago, sia per l’abuso che se ne fa, sia per le diverse risonanze che esse hanno in ognuno di noi. Accade poi che su quelle parole (ad esempio sapere, amore, bellezza, cultura) fingiamo di capirci.
In questo suo lavoro, l’autore ci propone di arrivare alle radici di alcune preziose parole molto comuni facendo un passo indietro rispetto alla confusione per raggiungere quel significato antico che riecheggia in ognuno di noi.
Spogliando, anzi sbucciando, alcune parole dalla loro patina di valori sedimentata nel tempo, possiamo riscoprire così che ad esempio conoscere e sapere non sono intercambiabili. Conoscere deriva dal latino cum- gnoscere vale a dire apprendere con l’intelletto. Sapere invece viene dal latino sàpere- sale e significa avere il sapore, perché il sale conferisce sapore alle cose e ne esalta il gusto.
Si conosce con l’intelletto, ma si sa attraverso i sensi e l’esperienza dei sensi.
La scelta delle parole e del loro significato più puro ci coinvolge così in una scelta che non è meramente didattica , ma attiene piuttosto al nostro posizionamento rispetto all’altro e al mondo.
Cercare e offrire parole aperte e generative anziché termini che chiudono e definiscono contorni rigidi, è un’azione profondamente etica ed ecologica che contribuisce alla co-creazione di spazi di libertà e di accoglienza fra le persone e fra le persone e il pianeta.