La convinzione, come pure l'esperienza, di essere quasi travolti dalla dimensione e dalla velocità dei cambiamenti epocali è tale che sempre più di frequente viene espresso il disagio di non riuscire a vivere in sintonia con il nostro tempo.
Siamo ancora capaci di pensare alla morte? Di vedere in quest'evento ultimo un significato generante un vissuto di accettazione - e perchè no - di realizzazione personale?