Laudato Si
Lettera enciclica sulla casa comune.
"se noi ci accostiamo alla natura e all'ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati" Francesco
Nel nostro modello biografico, eco-biografico, non poteva mancare un documento chiave per la riflessione ecologica che coinvolga tutte le aree di sapere e di pratiche su cui l’umano è chiamato a riflettere per poter tradurre in azioni “virtuose” le pratiche e in definitiva la vita. E’ il testo dell’enciciclica di papa Francesco del 2015: Laudato sì.
Il titolo lo dice bene, una riflessione a partire dallo spirito di Francesco, patrono d’Italia, che ha composto il suo inno e la sua poesia “ Il cantico delle creature”, considerato primo testo di poesia in volgare, e fondamento del percorso letterario italiano.
Perché un’enciclica? una “lettera circolare” che vuole offrire a tutti coloro che abbiano desiderio di ascoltare e pensare, le conoscenze, le riflessioni, gli insegnamenti che riguardano in specifico la questione della salvaguardia del creato, intendendo con questo proprio ogni “creatura” e le sue relazioni e interconnessioni.
L’uomo e la sfida che lo chiama a guardare alle sue relazioni con se stesso, con gli altri uomini, con la natura è stimolato così a cercare vie nuove per costruire un mondo che, salvaguardato, protegge e salvaguarda se stesso.
Ecologia integrale è la parola che fa da sfondo e da richiamo per tutto il documento: integrale, ossia una visione dell’universo, della realtà e dell’umanità come concezione unitaria e interconnessa. Così come interconnessa è la struttura dell’enciclica stessa che pur sviluppandosi in capitoli, continuamente li richiama e riprende da nuove prospettive. Le parole dell’enciclica , divisa in sei capitoli ci aiutano a percorrere un cammino “etico” a partire dalla consapevolezza, che dobbiamo ampliare, partendo dalle cause della crisi ecologica, attraversando il disegno di come dovrebbero andare le cose , sviluppando un’ antropologia necessaria che sappia collocare l’uomo dentro la sua propria dimensione intima e specifica e dentro le relazioni nelle quali è nato e dalle quali è continuamente nutrito e sostenuto.
Ci richiama ad una ecologia dei piccoli gesti quotidiani e delle grandi decisioni, dell’attenzione ai poveri e agli scartati, a superare la pratica dello scarto, dell’usa e getta che comprende anche le persone per sviluppare relazioni autentiche fra umani, non perfette, ma solidali e prossime.
Ci ricorda che ogni processo di rigenerazione richiede tempi lunghi, ma senza scoraggiamento, anzi chiama ognuno a fare la propria parte e mantenere aperte le porte del dialogo.
Questo vale non solo a livello personale ma anche fra saperi, fra scienza e tradizioni sapienziali, fra scienza e religioni: ogni campo del sapere ha qualcosa da dire e da rivelare dell’umano, che non è riducibile ad una sola dimensione.: “ le soluzioni non possono venire da un solo modo di interpretare e trasformare la realtà. E’ necessario anche ricorrere alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all’arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità…nessun ramo delle scienze e nessuna forma di saggezza può essere trascurata”
Questa visione ampia dell’ecologia ha aperto le porte anche a nuove forme di fare educazione e formazione, collocandoci dentro pratiche che sanno coniugare bellezza e verità, arte e sapere dentro lo spirito della ricerca, che non pretende soluzioni e facili risposte ma sa stare anche nell’incertezza, nella cura delle domande, nell’ascolto attento di ogni altro, aperta all’inedito che può raggiungerci.