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Articolo

Art-Biography
Sonia Spallino

E' fiorito così, quasi all'improvviso...

...il primo laboratorio di art-biography, ma in realtà era davvero pronto a sbocciare, dopo i tanti pensieri, la ricerca e le riflessioni che lo hanno preceduto.

Già da un po' c'era nell'aria qualcosa, la sensazione di un desiderio diffuso, di bisogni formativi ed educativi diversi. L'esperienza e i saperi di Arkè li hanno colti ed intercettati, e attraverso l'Art-Biography si propongono di offrire loro risposte e strumenti generativi, creativi nel senso più pieno e autentico del termine.

L'Art-Biography nasce nel solco dell'approccio eco-biografico di Arkè: è questo lo sfondo a cui si ispira e da cui, attraverso studi, ricerche, esperienze, contaminazioni (riassunte e sistematizzate nel libro Per un corpo biografico) è gemmata una consapevolezza che è diventata centrale per l'Art-Biography: la consapevolezza che il luogo della vita è il corpo. Una affermazione per nulla scontata, o banale, in questo tempo che con il corpo ha un rapporto schizofrenico e scisso, quella che riconosce che noi siamo il nostro corpo, che nel nostro corpo è riposta la nostra identità, che  ne facciamo esperienza e la costruiamo con il corpo perchè è nel corpo che facciamo esperienza di relazione, di interconnessione, di reciprocità, di cura.

E il cuore dell'Art-Biography è proprio in questo: vivere in pienezza il proprio corpo, sentirlo come luogo di espressione di sé, di equilibrio, di armonia, di libertà, di apprendimento, di relazione. Contattare il corpo e abitarlo: questo l'Art-Biography intende facilitare, riconoscendo nel gesto creativo un canale privilegiato..

Creatività: parola importante, spesso abusata, che l'Art-Biography interroga, con cui si confronta e dialoga. Perchè non a caso si è fatto riferimento a gesti creativi, non alla creatività, che è parola recente, recentissima, attestata per la prima volta nella lingua italiana nel 1951, e che negli ultimi decenni della sua evoluzione ha finito per raccontare in modo parziale e scisso qualcosa che appartiene ad ognuno e all'umano da sempre, indicando l'idea originale e innovativa, le “esperienze di vetta” dei grandi artisti, assegnandosi compiti terapeutici o appiattendosi nei mille rivoli di un'hobbystica sfavillante e multiforme, sempre più ingegnosa, sorprendente, alla ricerca del risultato “ad effetto”. In ogni caso non cogliendo il significato più antico e profondo della creatività, perdendo il legame con la sua sorgente più vera ed ancestrale. Legame che l'Art-Biography si propone di recuperare.

Anche se spiegarla a parole può non essere facile, ognuno di noi sa per istinto che cosa è creatività, perchè sin dalle fasi più remote della sua storia l'uomo ha espresso se stesso creando. E per millenni lo ha fatto con il corpo, creativo per natura,  luogo di connessione di piani e dimensioni diverse, capace di nascita, cambiamento, trasformazione, crescita. Per millenni con le mani abbiamo trasformato pietre e conchiglie, polveri colorate e bastoncini in qualcos'altro, utensili, ornamenti, racconti, costruendo ed imparando  il buono il bello ed il vero, le tre categorie poste a fondamento della vita. Con le mani, direttamente collegate al cuore, al luogo interiore di sintesi tra emozione ed intelletto, tra mente e materia, tra terra e cielo: sentendoci profondamente parte del mondo, creature con le altre.

Gli ultimi 500 anni della nostra storia hanno segnato l'avvio di una rivoluzione antropologica senza precedenti che negli ultimi decenni ha subito un'accelerazione vertiginosa, e che ci ha allontanato sempre di più dal corpo, dalla sua sapienza, da una creatività incarnata, da un sapere esperienziale capace di lettura simbolica e di trascendenza. Non intendo con questo misconoscere i meriti del progresso tecnologico, che ci ha sgravato da fatiche enormi liberando energie per altro, né le conquiste del sapere scientifico, che hanno conseguito risultati di enorme portata. Ma le derive di tutto questo sono sotto gli occhi di tutti, potentemente distruttive sia sul piano personale che collettivo, e in quanto tali impongono un ripensamento, la ricomposizione di un dualismo, quello tra mente e corpo, tra materia e spirito, tra materia e spirito, che si è spinto troppo oltre, che ci ha scissi e frammentati non solo nella nostra unitarietà organismica ma che ha anche spezzato il nostro legame con il mondo, aprendo la strada al disequilibrio, all'insoddisfazione, all'impoverimento dell'umano. Un solco che sempre più si approfondisce, in un vuoto di risposte autentiche e generative a desideri e bisogni, di presenza, di contatto, di significato, che ci sono connaturati e di cui stiamo perdendo di vista l'importanza.

A questo vuoto l'Art-Biography vuole offrire prospettive e strumenti, competenze nuove per sé e da offrire ad altri nei contesti formativi, educativi, esperienziali, della relazione di cura e di aiuto. Mettendo al centro l'esperienza del corpo e recuperando la dimensione incarnata ed esperienziale della conoscenza che non può essere piena se non è accompagnata dalla lettura simbolica dell'esperienza, senza la quale non possono nascere nuove consapevolezze e intenzionalità, un esserci ed uno stare più ricchi, integrati, completi.

E sempre custodendo e mettendo in valore l'unicità di ognuno: proprio come fanno gli artigiani, che accarezzano nodi, venature, grana, consistenza... che con le mani sentono e pensano, immaginano e creano a partire da ciò che incontrano, da ciò che è.

La pedagogia è sempre più attenta a queste dimensioni: lo testimonia il moltiplicarsi delle scuole montessoriane, il numero sempre maggiore di scuole nel bosco, di scuole libertarie con approccio ecologico. Dati oggettivi, che raccontano una sensibilità sempre più diffusa a queste tematiche, il bisogno di un ritorno al corpo e alla sua sapienza, ad un rapporto profondo con la natura, e che rivelano la ricerca di qualcosa di antico, che sappiamo già ma che abbiamo dimenticato e che ci chiama. A questo bisogno l'Art-Biography offre esperienze rotonde, che affiancano al gesto creativo spazi  metacognitivi di riflessione, racconto di sé, lettura simbolica e condivisione; esperienze che possano poi tradursi in spunti operativi, in competenze per gesti creativi consapevoli, da regalare a se stessi ed offrire ad altri nelle situazioni  più diverse: per il piacere di farlo, per promuovere e diffondere pratiche di ben-essere e cura di sé, per costruire momenti ed incontri che consentano di riconoscere ed esprimere la creatività della propria vita e del proprio corpo sempre, anche quando con-vive con l'handicap, l'anzianità, la malattia; per comunicare e tessere relazioni con  linguaggi “altri” capaci  di travalicare i codici linguistici e attingere all'umanità comune che tutti ci abita.

Facendo tesoro dei frammenti che siamo, e che ci abitano, in sé compiuti, e perfetti, e che aspettano solo di brillare in armonioso disegno.

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