Osare la parola:
E’ ormai dal 2016 che il nostro corso di Counseling Biografico® ha espresso meglio la sua dicitura, frutto della ricchezza delle esperienze maturate, diventando così Counseling ecobiografico®.
Un piccolo prefisso ECO che ha raccolto i moltissimi pensieri ed esperienze che lo hanno generato; un prefisso che ha riscoperto i semi del nuovo nella vita di ogni vivente; solo chiede che vengano nuovamente custoditi, piantati e fatti germogliare.
La scuola è nata dalla necessità di formare persone competenti alla relazione d’aiuto che tuttavia non fossero i “tecnici della relazione” ma persone, viventi umani capaci di contatto e cura, capaci di abitare processi personali e relazionali, capaci di incontro e dialogo.
Esercizio di libertà condivise:
La biografia, lungi dall’essere pura descrizione dei fatti della vita e neppure, per quanto complessa interpretazione, è un esercizio di libertà individuali che si manifestano e attualizzano nelle scelte.
Partire dunque da sé per formarsi, consapevoli che formazione è qualcosa che, includendo l’informazione e il necessario sapere, possa diventare anche presa di contatto con un sé che si trasforma, che cambia forma grazie alla permeabilità di quella membrana che, garantendo la nostra individualità, ci fa tuttavia incontrare il mondo in un lavoro di rimodellamento reciproco e continuo.
Risveglio di sé a sé:
Ogni vita è anche un percorso individuale che va da sé a sé, nella ricerca della propria forma, della propria impronta da lasciare nel mondo, o diremo anche della propria vocazione, realizzare quello a cui ci sentiamo appartenere e chiamare. Ed è un percorso fatto a tappe, talvolta stratificato, sicuramente negli anni ma anche nelle conoscenze, negli studi, negli incontri.
La “moda”, molto utile peraltro, di lavorare alla propria biografia, ha trovato almeno negli ultimi 20 anni, per quel che conosco, una grande risposta e attenzione. Molti percorsi, compreso il nostro, si sono attivati per rispondere anche ad un bisogno personale di maggior comprensione di sé, di risveglio a sé, di partecipazione più piena e gioiosa alla vita.
Ogni percorso può maturare in incontro:
Abbiamo riflettuto costantemente sull’esperienza fatta con i gruppi e sulle parole di molti docenti, ora amici, che ci hanno insegnato a guardare la vita attraverso un prisma che la amplifica, la dota di infinite sfumature, letture e possibilità esistentive, perchè diventi luogo ospitale per tutti.
Sia nella riflessione che nella pratica abbiamo anche voluto prestare particolare attenzione a che questo percorso individuale costituisse la base solida di partenza ma non esaurisse la sua corsa in sé, fosse cioè destinato all’incontro fecondo con l’altro. Il rischio, sempre presente infatti, è che l’Io, questo gigante fragile, potesse occupare tutto lo spazio a disposizione e in questo senso rimpicciolirsi infine, invecchiare, diventare un po’ sordo ai richiami della vita che sempre pone in atto novità e “rivoluzioni”.
Dall’Ego all’Eco
Lo spazio della vita comprende l’io ma non l’esaurisce, sembra banale, ma è facile scordarsene, non tanto nella teoria ma nelle nostre pratiche e incontri quotidiani.
Dunque ci è venuto in aiuto questo prefisso ECO in cui l’esercizio, come prima definito della biografia, si arricchisce della consapevolezza che l’io stesso nasce come natura/biologia e che, attraverso quei primi “microlegami ordinariamente taciuti con le piante, gli animali, i paesaggi e i climi e tutta la tessitura del mondo che ci costruisce”( J. Pierron), prende piano piano consapevolezza e padronanza di sé.
Re(i)stituire spazi alla vita
Questo dovrebbe farci riflettere sul prezzo che paghiamo per aver separato la natura dalla vita mentale e pratica, pensandola come qualcosa solo da usare, deposito di risorse da utilizzare se non da sfruttare e non sorgente di acqua fresca e viva per le nostre energie, siano esse fisiche che psichiche e ancora spirituali. Penso ai bambini e a chi cresce privato di questa mano plasmatrice di sé, penso alla scuola, ai luoghi di lavoro, ai luoghi di cura, che erroneamente chiamiamo luoghi: essi sono sempre più ridotti a spazi, perché privati della vita che nei luoghi invece si manifesta e scorre.
Il NOI come legame generativo
Ecobiografia per noi vuol dire allora recuperare il senso di legame e di connessione con i viventi nell’orizzonte del mondo naturale. Il proprio tempo di vita, la propria biografia si inserisce allora in un paesaggio più ampio e vitale; il cammino che l’uomo moderno ha fatto, cammino solipsistico e antropocentrico deve riposizionarsi sulla strada dell’inclusione nel noi; è il NOI che ci comprende, mentre l’io può solo fantasticare di bastare a se stesso.
Nell’ecobiografia la persona umana, che certamente ha un ruolo creativo e consapevole, non viene prima, non ruba tutta la scena agli esseri viventi, ma con essi si pone in alleanza, in un rapporto di simpatia e di empatia sviluppando così un’energia creatrice di nuove e inedite possibilità.
Nuovi strumenti per nuove coscienze
Per questo servono anche altri strumenti formativi che sono la contemplazione, la poesia, l’attenzione silenziosa, l'immedesimazione, lo spazio che lasciamo alle altre creature di parlare, di parlarci, quando ammirando, abbracciando un albero o appollaiati su di lui ci sentiremo, dal suo tronco, dai suoi rami o dal vento che li attraversa, raccontarci qualcosa anche di noi.